bianca e le altre

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Ci siamo, due giorni e sarà natale. Ed io devo ancora comperare i regali per la piccoletta, fare la spesa e le torte per il tradizionale filò. O meglio comperare le torte, toglierle dalla confezione e pastrugnarle, giusto un attimo, al fine di spacciarle per casalinghe.  Devo anche finire di lavorare, oggi, che ho combinato solo casini.

Però volevo salutarvi, tutti, e augurarvi di fare quello che più vi piace in questi giorni.

:)  :)  :)

ps: e colgo l’occasione per porgere un caloroso fanculo a babbo natale, le renne e a tutto il presepe, nessun escluso.

Che poi, se mi fermo a pensare, a quello che ho, ora, adesso, qui, le labbra mi s’increspano in un sorriso. E trovo le risposte alle domande che ancora non riesco a non farmi. Io che cerco sempre il perchè. Perchè mi sono innamorata proprio di lui, nello specifico. E in una sera qualunque d’inverno, la Piccoletta gli chiede ma perchè ti piace la mia mamma? Lui sorride, accende lo stereo e mette su questa. E le risponde perchè lei è così.

Meg – Elementa

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Notoriamente ho un brutto carattere. Anzi, chè brutto è alquanto riduttivo, ho proprio un carattere di merda. Che raggiunge il climax appunto sotto le allegre festività natalizie. Per dire ieri il non fidanzato biondo mi ha detto che sono insopportabile, e anche un po’ stronza, il fuggitivo che sono stronza e basta e l’amico A. mi ha suggerito di farmi una canna così ridiventi simpatica.

In realtà, sotto sotto, dentro molto dentro, sono una mollacciona con le lacrime in tasca… tipo che prima sono andata a vedere la piccoletta allo spettacolo di natale di danza e guardandola sono scoppiata a piangere come un cappone alla vigilia.

… ‘sti cazzi.

Come da tradizione, nel periodo che più amo di tutto l’anno, il fuggitivo è solito sbroccare e io lo vorrei uccidere. Forse uccidere è un po’ troppo. Però lo vorrei torturare, assai.

Chiaramente sopravvaluto me se stessa, e tutte le altre. La mia noia di oggi è decidere se sia più salutare una verità assoluta oppure relativa. E per relativa intendo sopportabile.

Che poi pensavo chè è già dicembre, con tutti gli annessi e connessi. Che odio profondamente, per chi ancora non ne fosse a conoscenza. Come se non bastasse, mai come in questo periodo mi sento una mamma di merda. Ma proprio tantissimo. Non solo non mi metto a sfornare biscotti di zenzero e cannella a tutto spiano, tantomeno a decorare ogni centimetro quadro della mia casa con palline, lucine o  simili e al solo pensiero dei mercatini mi assale la nausea. Insomma non mi sento più buona proprio per niente, anzi divento più misantropa del solito e uso il vischio solo per le pantegane. Non faccio nemmeno l’albero con mia figlia.

In compenso preparo ettolitri di vin brulè.

Cito, involontariamente, tiziano ferro. E’ che sto sull’orlo di una crisi di nervi. Che pensavo di aver capito tutto e invece, come al solito, non ho capito proprio un cazzo. Di me stessa. Che sono non ci ho ancora fatto pace col cervello, nell’ipotetico caso che funzioni ancora. Che per almeno una volta, nella vita, vorrei essere coerente. Vorrei che non mi facessi ancora ridere così. Che me lo hai detto da sempre che dovrei ridere più spesso chè quando rido sono una delle più belle cose che tu abbia mai visto. E’ che non posso nemmeno dirti che ancora adesso è un po’ strano addormentarmi e svegliarmi tra le braccia che non sono le tue e  respirare una pelle che non è la tua e ritrovarmi ogni giorno negli occhi che non sono i tuoi. Parlo pochissimo di te,  cerco di pensarti il meno possibile, e quando mi chiedono che cosa ho visto in te, rispondo che molto probabilmente ho intravisto lei.

Ho anche smesso di ascoltare capossela, ma non dimentico, non ti dimentico.

Dovrei imparare a stare zitta, certe volte. Soprattutto la mattina presto, dopo una notte in cui ho dormito zero-minuti-zero e mi sono dedicata alla paranoia più estrema.

Dovrei spiegarti che, certe volte, quello che dico è l’esatto contrario di quello che penso, di quello che sento.

Dovrei dirti che, quando ho paura, la stronza che è in me prende il sopravvento e fa di tutto per tenerti lontano, anche se in realtà vorrebbe averti vicino, vicinissimo.

Invece, nella mia mente bacata, continuo imperterrita a pensare che dovresti solo capire, anche senza i sottotitoli.

amore un corno

i panni s’asciugano soli

e ‘sto freddo nun viene da fori

io ce l’ho dentro

Statte Zitta – Mannarino

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Credo di essere la peggior nemica di me stessa.

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Ieri sera, a cena.

“Mamma, posso chiederti una cosa?”

“Certo che sì, spara.”

“Ma tu sei la mia vera mamma?”

“Assolutamente sì.”

“Ma non è che mi hai rapito  come la mamma di Rapunzel?”

“No, certo che no!”

“Allora fammi rivedere le foto quando avevi  il pancione, le foto che mi hai fatto quando ero dentro la pancia e i braccialettini dell’ospedale.”

“E il dna, no?”